Il nuovo fenomeno dello Smart Working, tra tecnologia e design

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Come spesso accade quando parole fino a poco tempo prima quasi sconosciute iniziano ad essere sulla bocca di tutti, ci si ritrova confusi e curiosi; così sembra essere avvenuto anche per questa realtà di cui tutti parlano, ma che pochi conoscono davvero e ancora meno hanno provato: lo “smart working”.

Non è una novità, è vero: sono anni che si parla di “lavoro agile”, dei suoi benefici tanto sul work-life balance dei dipendenti, quanto sulla produttività e sui costi aziendali.

Il design del lavoro: ripensare gli spazi e gli oggetti in modo smart

Smart Working significa un cambio di rotta per quanto riguarda gli spazi dedicati al lavoro, in ufficio e a casa, ed è per questo che anche la Design Week di Milano ne sta facendo uno dei suoi cavalli di battaglia.

Un buon esempio in Italia di questo può essere la Microsoft House di cui avevamo già parlato in questo articolo (clicca qui), che incarna il concetto di “workplace transformation”: un ufficio in cui recarsi solo all’occorrenza, in cui non essere legati ad una scrivania fissa, in cui l’attività richiesta determina la scelta del luogo in cui lavorare.

Tecnologia sempre più mobile per un lavoro sempre più mobile

Ci sono principalmente tre pilastri tecnologici che trainano il cambiamento e che abilitano una modalità di lavoro diversa: il cloud, le tecnologie per la collaborazione da remoto, e i sempre più potenti hardware mobili.

Senza più interi archivi cartacei, oggi, cosa ci lega alla scrivania? Oggi le workstation sono sempre più mobili e leggere, fino al punto che è quasi possibile lavorare solo con uno smartphone.Insomma, oggi la tecnologia rende sempre più urgente un cambio di paradigma nel lavoro, per riuscire ad aumentare la produttività, a ridurre i costi per le aziende e a vivere una vita più bilanciata e sana dal punto di vista personale.

Dal controllo alla fiducia: il vero SMART working

La difficoltà più grande, alla fine, è quella culturale: non è facile cambiare un modo di lavorare che è rimasto praticamente invariato dalla Seconda Rivoluzione Industriale.Perché la rivoluzione dello smart working possa davvero avvenire, il vero cambiamento deve avere luogo a livello di approccio al lavoro: è necessario spostare l’asse da una modalità di valutazione basata sul tempo, sull’operatività, sul controllo, ad una basata sui risultati, sulla produttività, sulla fiducia.

Lo Smart Working è un processo comunque già in atto che nell’ultimo anno ha visto una decisa impennata, sia in termini di adozione che per l’esposizione mediatica che sta avendo, e che è destinato a cambiare completamente il modo in cui lavoriamo.

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