Il cambiamento è palpabile, e sta già avvenendo. Quanto più, nelle economie avanzate, la natura del lavoro si evolve verso la collaborazione e l’interazione attraverso le tecnologie digitali, tanto più cambia il modo con cui le aziende concepiscono e progettano gli spazi di lavoro. L’ufficio del futuro – e quelli di aziende come Google, Facebook o Cisco esprimono già questo trend – deve poter assecondare, favorire e stimolare questa evoluzione, con layout flessibili, tecnologie adeguate, ambienti diversificati.
Ricoh, l’azienda che produce stampanti per ufficio, ha condotto diverse ricerche per capire come cambierà il luogo fisico del lavoro. I dipendenti europei interpellati puntano sulle tecnologie, dicendosi per la maggior parte convinti che nel corso del prossimo decennio saranno comunemente disponibili negli uffici strumenti interattivi touch, sistemi di riconoscimento vocale per svolgere le proprie attività e occhiali per la realtà aumentata. Le ipotesi, certo non fantascientifiche, arrivano a prevedere riunioni cui non partecipano le persone ma i loro ologrammi, sedie “intelligenti” che forniscono informazioni relative alla postura, dispositivi indossabili che dialogano con computer e smartphone.
Il tema centrale è però quello del “disegno” complessivo dell’ufficio. Chi lavora oggi ha bisogno di interagire con altre persone, dentro e fuori dall’azienda. I network fra professionisti generano “ecosistemi” che stimolano la creatività e la cultura del lavoro collaborativo, cui sono necessari spazi e tecnologie funzionali alle esigenze di flessibilità e condivisione. Nasce quindi un nuovo concetto di ufficio, quello dove si pone meno enfasi sulla classica scrivania personale e più attenzione agli spazi comuni dove si collabora, si scambiano idee, si svolgono attività “interaziendali” grazie alle tecnologie virtuali. L’idea è quella di un ufficio ibrido, con spazi per il lavoro individuale e aree aperte per il lavoro e le attività di team.
La comunicazione virtuale e il lavoro da remoto non sostituiranno l’ufficio, che riunisce fisicamente le persone consentendo interazioni dirette, scambi di informazioni e processi decisionali più fluidi, ma l’ambiente di lavoro tradizionale è destinato a essere soppiantatoda spazi che privilegiano le nuove esigenze e il benessere delle persone, con un impatto positivo sulla loro soddisfazione e di conseguenza sulla produttività dell’azienda.